E’ così che si stanno conoscendo il Napoli ed il nuovo mister Rudy Garcia, in una situazione di difficoltà. Giovanni Di Lorenzo, da uomo destinato a diventare il più grande capitano della storia del Napoli, in conferenza stampa ha messo un punto decisivo a tutto il chiacchiericcio delle ultime settimane. Non c’è argomento che tenga nei confronti della narrazione secondo cui questa squadra, quando vince, sta facendo le stesse cose dell’anno scorso. “Bisogna guardare avanti” ha esclamato con fierezza il cavaliere azzurro.
Davanti agli occhi, ad un millimetro dalla faccia, adesso, ci sono i Blancos di Carlo Ancelotti. Per affrontare questa partita e sperare di vincerla c’è bisogno di tutto. Cuore, cervello, c…onsapevolezza. Il Napoli ha tutto questo e molto altro ancora da mettere in campo. Il Napoli ha talento, ha spirito di sacrificio, coraggio e, soprattutto, tanta voglia di scrivere pagine importanti del proprio libro bianco. Dall’altra parte della barricata, tuttavia, c’è la squadra più importante della storia del calcio, formata dai giovani più forti del panorama mondiale ed allenata dall’allenatore più esperto in circolazione, soprattutto quando si parla della Coppa dalle grandi orecchie.
Re Carlo fa anch’egli parte della storia del Napoli e, per un po’ di tempo, ha rappresentato più di qualche rimpianto per il mondo partenopeo. Il fascino e le ambizioni maturate dopo la disfatta del sarrismo e lo scudetto scippato, per aver ingaggiato l’allenatore italiano più importante del calcio moderno erano elevatissime. Nessuna aspettativa fu rispettata, insieme ad una gestione societaria dell’organico decisamente inadeguata. Per contro, tuttavia, quel Napoli fu in grado di mostrare in Champions il suo lato migliore, giocando partite memorabili contro il PSG, il Liverpool ed altre importanti compagini europee. Oggi, dopo uno scudetto vinto ed una squadra che si è saputa reinventare dalle proprie ceneri, i rimpianti sono svaniti in piacevoli ricordi e l’unica ambizione attuale è quella di giocare al meglio contro Bellingham e compagni, dimostrando che il Napoli può sempre dire la sua in certi palcoscenici.
L’impresa sarà ardua sul piano tattico, atletico e di temperamento. Inoltre, ci saranno tantissimi duelli in campo che potranno risultare decisivi. Tra tutti, uno in particolare stuzzica più degli altri: quello tra Rudiger e Osimhen. Il difensore tedesco è celebre per la propria esuberanza, per essere un marcatore asfissiante e, per certi versi, appariscente. Osimhen, per contro, è glaciale nella sua interpretazione della partita. E’ lui il vero direttore d’orchestra del Napoli se si guarda al ritmo della squadra. Se i suoi compagni sono in grado di seguirne l’istinto e le dinamiche, allora nessun risultato può essere precluso. Bisogna dargli la palla, lui punta e poi colpisce.
Contro il Lecce il Napoli ha disputato una gara di pregevole fattura. Tra i fattori che l’hanno indirizzata e decisa, c’è stata una ritrovata alchimia tra il georgiano ed il nigeriano. Il gatto e la volpe sono tornati a mostrare ciò di cui sono capaci, il tutto all’interno di un contesto di squadra ben gestito e preparato dall’allenatore e ben interpretato da ogni singolo giocatore. Si è visto un Napoli compatto, pronto al sacrificio, umile e, finalmente, bello. Contro il Real Madrid servirà tutto questo e tanto altro ancora, che il Napoli dovrà attingere dal proprio personalissimo serbatoio dei sogni. Fonte inesauribile di favole meravigliose ed eterne.