L’ultraliberista Javier Milei ha giurato sulla Costituzione della Repubblica di fronte alle Camere riunite ed è diventato il 55esimo presidente dell’Argentina, il decimo dal ritorno della democrazia nel 1983. Milei ha ricevuto gli attributi di comando – la fascia celeste e bianca e il tradizionale bastone presidenziale – dal capo di Stato uscente, Alberto Fernandez, mentre dagli scranni della Camera dei Deputati si levava il grido «libertà, libertà».
«Per l’Argentina non c’è alternativa all’aggiustamento e non c’è alternativa allo shock», ha detto Milei nel suo primo discorso come capo dello Stato. Ha avvertito la cittadinanza che «non ci sono soldi» e che il programma di riforme e stabilizzazione economica «avrà un impatto sul livello di attività, di inflazione e di povertà». E ha aggiunto: «Attraverseremo un periodo di stagflazione ma sarà l’ultimo sorso amaro che dovrà deglutire l’Argentina. Abbiamo ricevuto la peggior eredità della storia».
La origini italiane e l’infanzia violenta
Milei ha 53 anni ed è nato a Buenos Aires il 22 ottobre del 1970. Come tradisce il cognome, il neo presidente argentino ha origini italiane. Il suo bisnonno, Norberto Milei, era veneto e si era trasferito dal veronese al Sudamerica per cercare fortuna. La madre di Milei, Alicia Lujan Lucich, è una casalinga, mentre suo padre, Norberto Horacio Milei, ha una ditta di trasporti.
L’infanzia di Milei è stata caratterizzata dalla violenza. Nella sua biografia ha raccontato di essere stato picchiato più volte dal padre quando era solo un bambino e che le uniche persone che gli sono state vicino sono state la nonna materna e la sorella Karina, a capo della sua comunicazione. A causa della sua aggressività a scuola era soprannominato El Loco, il matto. Una caratteristica che lo ha portato a diventare l’economista più amato dalla televisione e poi un deputato al Congresso nel 2021.
La vendita di organi e bambini
Nel giugno dello scorso anno, durante un dibattito radiofonico, Milei aveva detto che la vendita di organi poteva essere un possibile mercato: «Chiunque abbia deciso di venderti un organo, in che modo influisce sulla vita, sulla proprietà o sulla libertà degli altri? Chi sei tu per determinare cosa vuole fare l’altra persona con la sua vita?». Giorni dopo, un giornalista gli aveva chiesto cosa pensasse della vendita dei bambini, altro tema su cui Milei aveva fatto dichiarazioni ambigue: «Dipende», aveva risposto lui: «Se avessi un figlio non lo venderei, ma la risposta dipende dai termini nei quali si sta pensando la cosa, forse tra duecento anni potrebbe essere discussa».
Negazionista ed estremista
Milei è anche un negazionista. Della crisi climatica, che ha definito una «menzogna del socialismo» ma anche dei numeri dei desaparecidos, le persone prelevate durante la dittatura e poi scomparse. Una dittatura che lui preferisce chiamare «guerra». Ha anche descritto papa Francesco come un «imbecille» che «rappresenta il diavolo sulla Terra».
Ma quello che più fa discutere sono le sue posizioni estreme, che strizzano l’occhio a Trump e Bolsonaro. Milei ha proposto per esempio di sostituire il peso, la valuta argentina, con il dollaro statunitense. Oppure di chiudere la Banca centrale, dare accesso alle armi a tutti, privatizzare le imprese pubbliche e cancellare l’assistenza sociale diretta.
La sua politica è però anche contraddittoria. Se da una parte è contrario all’aborto, al femminismo e all’educazione sessuale nelle scuole, dall’altra difende il diritto individuare di scegliere il proprio sesso e genere, il matrimonio di persone omosessuali e la legalizzazione delle droghe.
fonte: Leggo.it