In vista della presentazione del calendario della Serie A 2023/24 in programma nella giornata di domani, mercoledì 5 luglio, Andrea Butti – Head of Competitions and Operations del massimo campionato italiano – ha accettato di parlare in esclusiva con Calcio e Finanza riguardo le tecnicalità, i problemi e le modalità insite nella programmazione delle 380 partite della stagione
spiegando come si compila un calendario, come si gestisce la programmazione delle sfide lungo l’arco di un an no intero e tutte le variabili che portano a strutturare le giornate.
Nello specifico, domani sarà pubblicata la distribuzione delle partite dal 20 agosto al 26 maggio, nei 38 matchday (37 weekend e un turno infrasettimanale). Ma questo non sarà l’unico evento in programma questa settimana. «A seguire il 7 luglio», spiega Butti, «vi sarà poi la definizione di anticipi e posticipi, che regolerà la disputa delle prime quattro giornate di campionato».
COME SI COSTRUISCE IL CALENDARIO DELLA SERIE A
La compilazione del calendario prevede l’utilizzo di un algoritmo, soprattutto perché nella costruzione della programmazione della Serie A si contano oltre 300 variabili da tenere in considerazione.
Nello specifico si fa riferimento ad appuntamenti sportivi (e dunque altri eventi che impegnano gli stadi e le città, come può essere il rugby con il Sei Nazioni, per fare un esempio), ma anche concomitanze legate agli stessi club di Serie A – le coppe europee per esempio – che impediscono materialmente di programmare determinati incontri in quei weekend che seguono e allo stesso tempo precedono turni delle manifestazioni UEFA.
Esistono poi concomitanze cittadine, che riguardano eventi slegati dal mondo dello sport, come è stato ad esempio nell’ottobre del 2021 per il G20 per Roma. Non è facile fare coesistere lo svolgimento di attività ordinarie e straordinarie delle città con il calcio, per questo motivo per la Lega Serie A è necessario confrontarsi con il sistema e mantenere un filo diretto con l’Osservatorio per le Manifestazioni Sportive. Il calcio, del resto, diventa centrale nella gestione dell’ordine pubblico dal momento in cui movimenta molta più gente rispetto a tutti gli altri sport.
Butti racconta che il calendario si delinea attraverso un algoritmo in cui vengono inseriti una serie di «criteri e vincoli che consentono di prestare attenzione alle esigenze dei Comuni e al bilanciamento di alcuni grandi eventi che possono avere un impatto sul campionato. Per esempio, il Sei Nazioni all’Olimpico è un evento mondiale, ma non può diventare una difficoltà per una sola tra Roma e Lazio. Per questo imponiamo che coinvolga entrambe le squadre: una volta gioca in casa una, e una volta gioca in casa l’altra. Dobbiamo fare sì che l’onda del calendario lo consenta, perché non è automatico che la consequenzialità di casa-trasferta tenga conto proprio di tutti questi vincoli».
IL PUNTO DI INCONTRO TRA SPORT, TV E ORDINE PUBBLICO
Inoltre, nel costante lavoro per la definizione del calendario durante la stagione, dove finiscono le esigenze sportive e dove iniziano quelle televisive?
La verità è che risulta impossibile stabilire una linea di confine precisa. Butti tiene a ricordare che «il contemperamento delle esigenze che dobbiamo andare a rispettare sono quelle sportive, economiche e di ordine pubblico. Non c’è un’esigenza che ha maggiore peso sulle altre, ma trattandosi di una competizione sportiva partiamo sempre da lì. La parte sportiva si deve sposare con quella televisiva, perché siamo uno sport televisivo. Banalmente, una squadra che gioca in Europa League il sabato sera non potrà mai giocare, al netto dei desiderata delle televisioni».
E’ così che si spiegano le particolarità che hanno riguardato alcuni club di Serie A nelle ultime stagioni, nonostante l’obiettivo sia quello di bilanciare anche le esigenze televisive. La Roma – ad esempio – è stata trasmessa pochissimo su Sky poiché giocando spesso il giovedì si è “bruciata” gli slot del sabato sera e della domenica alle ore 12.30, utilizzati dalla pay-tv di Comcast per mandare in onda le sue sfide in co-esclusiva.
Stesso discorso – ma al contrario – per l’Inter, che invece è stata trasmessa moltissimo su Sky. Da un lato perché i nerazzurri hanno sfruttato spesso lo slot del sabato alle 20.45, impegnati in settimana nelle partite di Champions League. Dall’altro perché avendo la pay-tv di Comcast la terza opzione nelle terze partite da trasmettere, l’Inter se l’è spesso “giocata” con il Milan, ricordando che la Juventus è quasi sempre la prima scelta prevalentemente per una questione di audience.
Nello stesso modo si può spiegare anche il fatto che l’Inter nelle ultime due stagioni non abbia mai giocato la domenica alle 15.00. Una partita di Inter, Milan o Juventus in un orario con una contemporaneità, è molto probabile che la seconda partita venga “cannibalizzata” in termini di ascolti. Per questo motivo la Juventus, che ha giocato due sfide in questa stagione la domenica alle ore 15.00 (entrambe con il Monza), entrambe “svincolate” da altre partite in contemporanea.
Proprio nell’ottica di evitare questi rischi dettati dalla contemporaneità, per la prossima stagione è previsto che nei turni numero 17, 18 e 30 (quelli del 23 dicembre, del 30 dicembre e del 30 marzo) «non faremo più le coppie di partite a due a due (come accadde per esempio il 4 gennaio 2023, ndr), ma toglieremo delle partite dal “mazzo” per averne sette e tre, in modo da poter avere 12.30 e 15.00 come orari singoli, e le altre tre il giorno dopo per liberare il campo».
L’IMPATTO DI SUPERCOPPA E NUOVA CHAMPIONS SUL CALENDARIO
La nuova stagione 2023/24 vedrà anche l’introduzione della Supercoppa italiana con il format Final Four. Secondo alcune indiscrezioni tra le possibilità c’era quella di “spalmare” un turno di campionato su due weekend. Si è trattato in realtà di una richiesta dell’Associazione Italiana Calciatori che la Lega Serie A non ha accolto «per due motivi. Il primo perché giochiamo 37 turni di weekend su 38 turni e in generale 37 weekend su 41. E la decisione è legata alla proiezione sulla stagione 2024/25, dove ci sarà un’ulteriore erosione di date per la disputa delle competizioni domestiche e questa erosione comporterà il sacrificio di giocare in quelle date».
«L’interruzione – prosegue Butti – avrebbe avuto due effetti: uno quello di mettere un turno infrasettimanale in più e il secondo sarebbe stato il rischio di una disparità tra chi non gioca e chi gioca». In questo modo, le quattro squadre avversarie che rimarranno ferme per la Supercoppa dovranno giocare un infrasettimanale, che compenserà il turno in cui avranno riposato forzatamente per permettere lo svolgimento della manifestazione in Arabia Saudita.
In chiusura, un ragionamento su quello che sarà il calendario del futuro, inevitabilmente toccato dalla riforma della UEFA Champions League che porterà a 36 le squadre partecipanti e a otto il numero di turni per ogni club: «Rispetto al planning attuale con le nuove coppe ci saranno quattro finestre in più occupate. La cosa avrà un impatto importante sulla calendarizzazione delle nostre partite, tanto che la Coppa Italia sarà molto probabilmente spalmata per cercare di trovare gli incastri più adeguati», conclude Butti.