Il tecnico del Napoli Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Inter.
Ore 15:07 Arriva Spalletti, queste le sue parole:
Sul futuro e sulle dichiarazioni di De Laurentiis di non voler tarpare le ali all’allenatore: “Non so cosa vuol dire, dovete chiederlo al presidente, perché questa cosa non è inerente ai discorsi di quella sera a cena. Per quello che voglio fare io non ci vogliono un paio d’ali, ma un paio di stivali. Non devo volare da nessuna parte. Per quanto riguarda il mio contratto ne parlerà il presidente, io ho chiarito tutto già in quella cena ed è già tutto definito”.
Sulla difficoltà di ripetersi nella vittoria: “È difficile partire essendo indicati da tutti come squadra che arriva ottava e vincere. Mentre avere una situazione delineata come adesso, con una squadra che è ok, significa avere un futuro importante perché sono stati fatti dei passi corretti. Ed è sicuramente più facile lavorare.
Su Napoli-Inter e gli stimoli della partita: “Di stimoli ne abbiamo ancora molti perché siamo fatti così e i calciatori scelti dalla società sono stati scelti bene. Hanno tutti una disciplina ferrea e non c’è bisogno di dirglielo. Oltre al fatto che l’Inter sia meritatamente finalista di Champions, la motivazione ci viene dal fatto che noi le abbiamo battute tutte le squadre di questo campionato, tranne loro. Facciamo i complimenti anche alla Roma di Mourinho e alla Fiorentina di Italiano per il loro cammino in Europa, da cui traiamo benefici tutti in Italia”.
Sui margini di crescita del gruppo: “Diventa sempre difficile prevederlo perché bisogna entrare nelle situazioni. Come possibilità di metterci le mani è una squadra perfetta, perché sono tutti ragazzi giovani che hanno fatto vedere tutto quello che hanno addosso e diventa anche leggibile dove andare eventualmente a cambiare qualcosa. Quando sono arrivato di tutta la rosa si diceva ‘va bene e non va bene’ ed era difficile trovare punti fermi, invece è una rosa importante. Il presidente anche è fiducioso sul futuro perché mi sembra abbia espresso ambizioni di poter vincere la Champions”.
Sul rapporto coi napoletani: “Gli ho dato tutto il tempo che avevo, perché ho dedicato a loro tutte le mie possibilità e capacità, cercando di dare il massimo per quella che è la mia esperienza. Ho ricevuto anche di più di quello che ho dato, perché quello che ho visto nelle ultime partite dove ci hanno festeggiato al Maradona diventa difficile da pensare se non la vivi. E resterà indelebile”.
Ancora sul futuro di Spalletti: “Non c’è stata necessità di fare nessuna trattativa. Io non ho rifiutato nessun aumento di stipendio e non ho da pagare nessuna clausola. Non devo far niente. Non è vero che ho ricevuto offerte per allenare altrove e non è vero che sono in attesa di altre squadre”.
Sull’aspetto di ricambiare l’affetto dei napoletani: “Quella può essere una delle mie motivazioni, perché bisogna sempre domandarsi se si è in grado di ricambiare. Me lo sono domandato all’inizio e di nuovo quando siamo arrivati terzi dopo la prima stagione. E dal primo giorno in cui sono rientrato nello spogliatoio nella seconda stagione potete chiedere a Di Lorenzo cosa ho detto nello spogliatoio, perché lui ha fatto vedere qualcosa di più di un capitano. Così come me lo sono chiesto di nuovo all’inizio di quest’anno e alla fine. Ora l’ambizione sembra quella di dover vincere la Champions League e sembra siate tutti d’accordo”.
Sulla felicità di Spalletti: “Quando arrivo sul pianerottolo di casa c’è scritto felicità e infelicità, non so quale porta prendere. Sono due situazioni molto vicine, però vivere quei momenti è stato bellissimo e lo è tutt’ora. Perché ci sono mille persone ad ogni allenamento ed è bello ricevere l’abbraccio dei bambini. La vera felicità è quando rendi felici gli altri. Siamo riusciti a rendere felici i tifosi e siamo più rilassati, mentre al contrario se avessimo reso infelici tutte quelle persone sarebbe stata difficile da gestire”.
Sulla scelta di ripartire da zero o da questo punto: “Dipende dal momento. Quando si fa questo mestiere si vuole vincere e allenare squadre forti. E quando parli di Napoli non si può gestire la cosa: vai per vincere e per regalare gioie. Qui a Napoli c’è un ambiente che a volte crea difficoltà alla squadra e una città che le rimette a posto. Noi lavorando all’interno commettiamo degli errori che a volte non ci permettono di dare il meglio, ma qui c’è un amore che ti permette di ripagare queste persone anche rispetto agli errori che ho fatto io. Tutte queste cose sono difficili da ritrovare da altre parti, e questo ti impone di tentare di andare al di là del tuo massimo e bisogna avere ambizioni forti per venire qui”.
Sulla permanenza dei calciatori: “È sempre l’insieme che deve funzionare, anche se ci sono calciatori fantastici che avete spesso messo davanti come Osimhen e Kvaratskhelia, ma abbiamo vinto anche senza di loro. La società ci ha messo nelle condizioni di lavorare bene e loro hanno lavorato bene. Poi io qualcuno ho dovuto penalizzarlo nelle mie scelte rispetto alle proprie caratteristiche, ma mi hanno risposto con grande disponibilità. Io li abbraccio tutti insieme”.
Ipotesi Juventus scartata per rispetto dei tifosi?: “Io sono stato già ripagato dall’affetto dei tifosi per quello che ho visto, quindi sono a posto. Poi ogni anno devo fare l’inventario di quello che mi gira nel cervello e posso parlare solo di quest’anno, dopo che lo ha detto il presidente”.
Annata stressante: “Io sto benissimo, poi ci penso 24 ore al giorno al mio lavoro e quindi è chiaro che quando si arriva in fondo un po’ di fatica l’hai fatta. Alla fine ti interroghi di nuovo, perché la cosa più sbagliata sarebbe quella di non avere tutti quei pensieri che avevi all’inizio per ripagare questo ambiente. A tenere tutti sulla corda ci pensa il presidente. Se decidessi di ripartire io riparto a mille all’ora, andando contro tutto e tutti per il bene della squadra e dei risultati”.