Fischi sul Napoli di Garcia e tante ombre. La sfida Champions va alla Fiorentina. Già, da campioni d’Italia a meno sette dalla vetta all’ottava giornata. Da squadra cannibale a poco concreta. C’erano le individualità ma anche tanto lavoro tattico. Cura del particolare, e pochi errori. In dieci partite soltanto con Sassuolo in casa, e Bologna e Lecce in trasferta, la “squadra del cuore” non ha subito gol. Alla terza sconfitta stagionale, un tris di ko al Maradona, tra Lazio, Fiorentina e Real Madrid. Quando si alza il livello il Napoli made in Garcia perde, per adesso i fatti dicono questo.
I miglior: Osimhen e Politano
I peggiori: Garcia e Olivera
Voto squadra: 5
Meret 4,5: Nel primo gol c’è tutto l’Alex dell’attualità. Non esce mai, e si alberga tra i pali. Subisce il primo gol sotto le gambe, nessuna colpa sull’1-2 di Bonaventura, mentre un’uscita la potrebbe accennare su Nico-goleador, che in corsa fissa lo score sull’1 a 3. Negli occhi mostra preoccupazione e insicurezza, vede dalla sua “casa”, la porta, un Napoli poco equilibrato. Valicabile
Di Lorenzo 5: Ha retto la barracca sino a quando ne ha avuto. Sovrastato alla distanza. In naftalina. Stanco.
Ostigard 5,5: Va in ambasce quando la Viola affonda in area partenopea. Insufficiente.
Natan 5,5: Da tutto ma non basta. Poco reattivo nei momenti topici della sfida. Sfortunato, per la mancanza di compattezza tattica del Napoli.
Olivera 4.5: Assist involonotario per il gol dell’1-2. C’era una volta un attento treno a sinistra. Involuzione preoccupante ma per Rudi Garcia è titolarissimo in banda mancina. Troppi gli errori a sinistra. In crisi ed è appannato.
Anguissa 5: Arranca, poi si ferma per infortunio. Condizioni da verificare, come la risposta alla chiamata del Camerun. Barcollante.
Dal 31′ Raspadori 5: Non ne azzecca una o largo a destra o a sinistra, peggio quando allo Jack azzurro si chiede tanta pressione sul possessore di palla. Spaesato.
Lobotka 5,5: Arthur vince il duello. Mezzo voto in più perchè nel primo tempo con una percussione impegna Terracciano che devia la violenta conclusione dell’ex bussola azzurra. Non è la mente del Napoli di Garcia. Lanci sbagliati e duelli persi con i dirimpettai. Troppo disordinato.
Dal 76′ Gaetano 5,5: Occasione sprecata. In pieno recupero “spara” nella sua Curva A. Impreciso.
Zielinski 5: Spento, non dipinge calcio il Pittore. Spazientito
Dal 76′ Lindstrom 5: Si nasconde. Per adesso è una delusione. Confuso.
Politano 6: Sprinta. Ne ha ancora ma Garcia lo toglie dalla mischia. Quando accelera crea sempre la superiorità numerica. Non gradisce il cambio (inopportuno). Spazientito.
Dal 76′ Cajuste 5: Regala la mediana agli avversari. Chiude il match con un’inutile ammonizione dopo l’1 a 3 di Nico. Annebbiato.
Osimhen 6: Realizza dal dischetto il rigore che si procura, ma sbaglia il gol del possibile 2-1 dopo aver recuperato un pallone da cannibale. Discontinuo.
Dal 76′ Simeone 5,5: Non scatta la scintilla: a referto per l’ammonizione che becca (seconda di fila in campionato). Nervoso
Kvaratskhelia 5,5: Si batte ma manca in concretezza. Braccato.
All. Garcia 4: Nuovo ko interno prima della sosta. Doveva essere la serata per consolidare la zona Champions, avvicinarsi all’Inter e non perdere contatto dalla vetta milanista. Va tutto al contrario. Tipo gli effetti che producono le modifiche di effettivi, e tattiche, del primo allenatore francese della storia del Napoli. Perde di brutto la sfida delle panchine con quell’Italiano che tanto piaceva e piace a patron De Laurentiis. Ci mette lo zampino partendo dall’inserimento di un nullo Raspadori (solo per il mister, Raspa. può fare tranquillamente l’esterno d’attacco…) in luogo dell’infortunato Anguissa (Demme, Mario Rui ed Elmas perchè li ha epurati?) Inserisce Cajuste togliendo Politano nel miglior momento del Napoli, dopo una notevole accelerazione cambiando il versante del campo del buon Matteo. E Italiano ne approfitta. La Fiorentina segna prima l’1-2 e poi il tris. Fischiato il mister, e non è una minoranza urlante. Ha messo tutti daccordo. Sarà il capro espiatorio? Forse, ma in pochi mesi gli scintillanti campioni d’Italia, perdendo allenatore e due calciatori (Kim e Lozano), hanno smarrito anche la loro fantastica identità (e mentalità). C’erano le individualità e un collettivo inossidabile, adesso sembra che i tempi del Grande Napoli siano lontani anni luce. Consumata la sosta, Garcia e il suo minuto staff (di suo vanta un viceallenatore, e due preparatori: un Prof. e il preparatore dei portieri erano, invece, già dipendenti del club azzurro) hanno tre partite per convincere proprietà, dirigenza, ambiente e soprattutto la squadra. Il tutto è evidente da tempo, ma i partenopei non possono permettersi – non un altro stipendio – di sbagliare un nuovo allenatore dopo il flop di affidare la panca al trainer reduce dalla non proficua esperienza negli Emirati Arabi. Garcia out non è più un hastag ma un’idea: se le cose non dovessero andare bene tra Verona, Berlino e il big match con il Milan, non è da escludere tuttavia un dietrofront del “solitario” Rudi con le eventuali dimissioni. In un mondo dove nessuno si dimette così facilmente, tanta Napoli aspetta tale gesto da Garcia, che sarebbe considerato nobile. Non rappresenta ciò che bramava: cancellare l'”ombra” del fantasma spallettiano. Al Konami Center di Castel Volturno c’è nostalgia perchè nel Napoli di De Laurentiis l’allenatore è il regista. Il Capo del Branco che lo deve valorizzare al massimo. Il prescelto dal presidente invece in poche settimane ha depotenziato il team, e demotivato il gruppo di lavoro. Voleva essere il Sergente del Napoli, imporre le sue idee e regole, intanto è ricordato per cambi cervellotici, infortuni muscolari a getto continuo dalla seconda decade di luglio, e per una fase difensiva non certo da squadra di rango. Il non Sergente del Napoli dimettendosi accontenterebbe i più, e in primis i Piani Alti del club. E’ una panchina sfiduciata in primis dall’interno, difatti. E non ha i “saggi” dalla sua. Per adesso il Garcia-italiano 2.0 è un disastro. Garcia un pò alle eventuali dimissioni ci pensa, poi guarda il calendario e pensa che c’è ancora tempo per migliorare. Che sia galantuomo per il Napoli made in Garcia, quello dei passi all’indietro rispetto alle ultime versioni trionfanti e scintillanti di chi rappresenta Partenope nel globo.
FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano 7,5; Kayode 6,5 (83′ Ranieri sv), Milenkovic 5,5, Quarta 7, Parisi 5, Arthur 7 (83′ Infantino sv), Duncan 6,5 (83′ Mandragora 6), Ikone 6,5 (89′ Comuzzo sv), Bonaventura 7,5, Brekalo 6,5 (73′ Nico Gonzalez 7), Nzola 6,5. All. Italiano 7,5
La squadra arbitrale. 6,5
ARBITRO. Federico La Penna della sezione di Roma.
Assistenti: Baccini e Tolfo. Quarto uomo: Forneau. Var: Irrati-Gariglio.