Non sarà una partita normale quella che andrà in scena stasera allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli. Sarà un atto di amore, l’ammore ‘o vero, quello che si incontra una sola volta nella vita, se si è fortunati.
All’amore bisogna concedersi e prostrarsi soprattutto con coraggio ed il Napoli di Luciano Spalletti, fino ad ora, ha dimostrato di averne in abbondanza. Eppure, nello sport come nella vita, questa misteriosa virtù non sembra essere mai abbastanza.
In certe situazioni, le cose che sono in grado di fare la differenza sono poche e sono piccole. “Il sorriso regalato a quel passante, un paragrafo di una pagina qualunque”, come uno scatto, un fallo, un cenno di intesa nel tunnel degli spogliatoi, una bandiera che sventola, una goccia di pioggia, un pensiero, l’intuizione del campione. Tutte cose da andarsi a prendere con la forza di volontà.
Quale sarà il risultato e chi sarà a deciderlo è ormai materia che appartiene al futuro, alla fortuna ed al caos. Per andargli incontro in maniera consapevole, bisogna abbracciare le proprie inconfutabili certezze. A Napoli ne esistono un paio, tra cui quella che vede il calcio assunto a principale religione popolare e, di conseguenza, i calciatori che vestono la maglia azzurra ad eroi quotidiani. Anzi, a voler essere ancora più specifici, i componenti della squadra partenopea sono, insieme a tutta la città, parte di un’unica grande famiglia. Nomi e cognomi scolpiti nella mente, nel cuore e, molto presto, sulle mura dell’eternità: Pierluigi Gollini, Alex Meret, Davide Marfella, Hubert Idasiak, Kim Minjae, Juan Jesus, Silva Duarte Mario Rui, Alessandro Zanoli, Amir Rrahmani, Mathias Olivera, Giovanni Di Lorenzo, Leo Skiri Ostigard, Bartosz Bereszynsky, Diego Demme, Eljif Elmas, Piotr Zielinsky, Karim Zedadka, Stanislav Lobotka, Gianluca Gaetano, Tanguy Ndombele, Andrè-Franck Zambo Anguissa, Victor Osimhen, Hirving Lozano, Giovanni Pablo Simeone, Matteo Politano, Alessio Zerbin, Giacomo Raspadori, Khvicha Kvaratskhelia e, infine, Luciano Spalletti sono i figli ed il padre di un’impresa già unica, già storica, già destinata ad essere raccontata di generazione in generazione, nella speranza che sia soltanto la prima di una lunga serie.
A prescindere da tutto, questa è una serata che va vissuta con sentimenti profondi, con uno spirito amarcord. Quello che sta facendo il Napoli quest’anno è dedicato a tutti i napoletani del mondo ed avrà un significato importante anche per quelle persone che, seppur figlie di Partenope, dedicano il loro affetto sportivo ad altri colori. Concediamoci, tutti insieme, ai sorrisi ed alle lacrime, al rischio del dolore e della “felicità infinita”, stringiamo le mani dei nostri cari e urliamogli dolcemente quanto li amiamo e che essere napoletani è una cosa meravigliosa.