
Il Napoli aveva iniziato la partita con il piede giusto, imponendosi nel primo tempo e mostrando il calcio aggressivo e concreto visto sono ad oggi. Il gol di McTominay, arrivato di testa su un bel cross in area, sembrava mettere in discesa la gara, ma l’Udinese ha risposto subito con un eurogol da fuori di Ekkelenkamp, complice un errato disimpegno difensivo, anche stavolta. Un pareggio che ha un po’ scombinato i piani del Napoli, che oltre alle defezioni di Olivera e Buongiorno ha dovuto fare i conti anche con il KO poco prima della gara di Spinazzola.
Nel secondo tempo, però, la musica è cambiata. Il Napoli si è lentamente spento, mostrando un gioco opaco, lento e macchinoso, soprattutto a centrocampo ha perso sostanza e concretezza sbattendo contro la fisicità e l’aggressività dei giocatori friulani. L’assenza di efficacia sotto porta è stata evidente: nessuna conclusione veramente pericolosa verso il portiere Sava, poche idee in attacco e una sensazione di frustrazione che ha preso il sopravvento. Ed anche i cambi (rigorosamente dopo il 70’) non hanno dato la scossa sperata alla gara, così come l’esordio del nuovo acquisto Okafor, per i suoi primi 8 minuti con la maglia azzurra.
Un pareggio che lascia tante riflessioni in casa Napoli: quando la squadra cala il ritmo, diventa prevedibile e vulnerabile. Nonostante la buona partenza, non è riuscita a mantenere il pallino del gioco nel secondo tempo, mostrando limiti evidenti in fase offensiva pur avendo stasera un Mc Tominay decisamente acceso. Un punto che tiene gli azzurri ancora in vetta alla classifica e stoppa, nuovamente, le prove tecniche di “fuga” e che conferma che c’è molto su cui lavorare per continuare a credere nel sogno di un popolo ancora non sazio di vittorie.