Politano, la certezza a destra

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Che il “tribunale”-campo da Braga a Napoli-Fiorentina del dopo Real, e prima della nuova mini serrata della serie A, possa mettere da parte preccupazioni e dubbi di fine estate: un Napoli dalle poche certezze, quello che si è mostrato del dopo sosta, e d’inizio tour de force. Reduce dalla sconfitta con la Lazio, a casa Genoa si è posto con un vestito che ha ricordato le notti non allegre della proficua era De Laurentiis, che ha portato alla realizzazione del sogno del cuore chiamato Terzo Scudetto.

Da salvare sulla collina di Marassi solo la reazione al doppio svantaggio, i gol fabricati in Italia di Raspadori e Politano, e i cambi che hanno portato agli effetti sperati. Cajuste ha riscattato il rigore procurato a Frosinone servendo Raspa. nel corridoio, con il Nazionale che ha messo in vetrina il repertorio gonfiando la rete e riaprendo la partita, con il ruggito del settore ospite. Un opaco Zielo. ha inciso comunque pescando Po Po Politano, – parafrasando il coro dello spogliatoio dei campioni d’Italia – che a volo ha messo a segno il 2-2 per il suo secondo sigillo stagionale,  “pesante” e di pregevole fattura, dopo Frosinone. Si parla e si scrive di un Napoli sfilacciato, di mancanza di compattezza e tanta confusione. Per il senatore Mario Rui le critiche sono esagerate, per mister Rudi Garcia c’è da migliorare ma i dati sono incoraggianti. Il dato di fatto è che, non a destra, “alto”, c’è tanto da lavorare, o da migliorare. Lì c’è la certezza Matteo.

Se facesse di cognome Politanovic decisamente ne parlerebbero di più. Prima con Gattuso, poi con l’apoteosi scudettata e spallettiana, si è alternato con l’adatattato, con profitto, Lozano, intanto tornato libero di agire su tutto il fronte d’attacco, e Chucky-superstar nella “seconda casa” di Eindhoven. Al Ferraris è partito Poli. dalla panchina, perchè reduce dal fastidio muscolare che lo ha allontanato dalla “maledetta” Nazionale: per adesso, ogniqualvolta, doveva “spaccare” con il Tricolore si è fermato e non ha potuto difendere, come sogna, la maglietta dei campioni d’Europa. Nel 2-2 di Genova “Cavallo Pazzo” ha fatto intendere che o 4-4-3, o 4-2-3-1, o persino 4-2-4, solo l’ex Inter può offrire l’equilibrio che necessita il Napoli del dopo Scudetto, con il nuovo corso targato Garcia, sulla banda destra. Con la partenza di Lozano non ci sono specialisti del binario: Elmas è un trequartista o mezzala, in Nazionale imperversa anche come esterno a sinistra. Jack è attaccante, o sottopunta. Il talentuoso e sgusciante Jesper Lindstrøm si farà ma adesso il mister non lo vuole rischiare dal’inizio. Visto il momento delicato (non dichiarato) e il sovracarico di impegni, per il nazionale danese solo il turno infrasettimanale con l’Udinese (fra sette giorni) potrà essere l’occasione per la prima da titolare.

La “chimica” è tutto in uno sport di squadra e nel calcio moderno la reattività è fondamentale. Nelle notti di Champions ancor di più. Corri, Politano, corri, stavolta Garcia parte con Matteo dall’inizio come con Frosinone e il Sassuolo e la Lazio. Goleador a Genova, pronto a sprintare in fascia per innescare Osi. e Kvara. Il sergente Garcia ha una certezza per equilibrare il Napoli: guarda a destra per spazzare via critiche, fantasmi e ombre. Notte di Champions, secondo appuntamento del blocco gare. Notte da ritrovare gol vincenti e tre punti. Appuntamento al “tribunale” di tappa, “testa, cuore e cervello in direzione Municipal. “Udienza” alle 21 italiane, 20 nel Nord del Portogallo. A casa dei “guerreiri” del Braga, tra le rocce del suggestivo impianto, mix di tradizione e modernità, con tanti partenopei al seguito, serve un successo per rinnalzare il termometro della autostima, e per la classifica del gruppo C. La qualificazione agli ottavi pasa già dall’esordio in UCL.

 

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