Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, ha commentato ai microfoni di Dazn il 3-1 rifilato all’Inter.
Tante belle immagine oggi.
“C’è soprattutto la qualità del gioco che ci ha contraddistinto. Stasera era stimolante, perché i ragazzi avevano davanti una finalista meritata di Champions e volevano dimostrare che quanto fatto quest’anno non era figlio di un periodo ma delle qualità mostrata. Era importante battere l’Inter, per rafforzare il campionato che abbiamo fatto”.
Di Lorenzo sul gol è corso da lei: si fa fatica a pensare che la squadra non abbia bisogno di lei l’anno prossimo.
“La squadra non ha bisogno di niente e di nessuno. Sa giocare a calcio ed è stata costruita bene dal presidente e da Giuntoli. I ragazzi hanno cuore, qualità, disponibilità e autostima. Diventa facile con una squadra con questi valori. Ci sono quelli che hanno qualcosa in più e il capitano è Di Lorenzo”.
Sia settava giorni diversi?
“Nella mia posizione è tutto facile, perché la gente ti sommerge di affetto. Ambivo a questo e ora l’ho vissuto direttamente: è la cosa più bella che mi potesse accadere”.
Ha parlato con Osimhen?
“L’esigenza è che lui faccia il centravanti come ha sempre fatto, lavorando anche per a squadra. Si può arrabbiare, ma quando cambia non è sempre colpa dell’allenatore. Il gol fa la differenza, ma ci sono anche gli altri. Si lavora con serenità e, se uno una volta è al di sotto delle possibilità anche per una settimana non al top, si può anche uscire. Non dimentichiamo che, quando non c’era in Champions, Simeone ha dato battaglia e ha fatto gol. Anche gli altri attaccanti sono forti: vedrete per esempio che carriera farà Gaetano. Ci si convince che, senza uno, non ci si fa. Contano tutti, come conta il possesso palla che per esempio può causare un’espulsione come oggi. Più facile fare un calcio d’attesa: quando ci riesce il calcio offensivo, è una soddisfazione”.
Cosa manca per chiarire il futuro?
“Non stoa spettando niente: è tutto definito, c’è soltanto da dirlo. Abbiamo convenuto con De Laurentiis di aspettare, ma è tutto definito. Da quella cena che si fece, è tutto apposto”.